
ECHI VA A SCUOLA - Marginalità e diritti dell'infanzia in età contemporanea. La voce delle fonti primarie
Ore 08.30
Viale Carlo Cattaneo 5
6900 Lugano
PROGRAMMA
08.30. Ritrovo in aula grande e saluti iniziali. Spostamento nelle aule dei laboratori.
08.40. Inizio dei lavori (presentazione del tema, lezione frontale, slide etc.).
09.40. Pausa caffè.
09.55. Ripresa dei lavori. Laboratorio vero e proprio.
11.00. Conclusione del laboratorio e presentazioni eventuali. Riflessioni e commenti, domande.
11.20-11.30. Conclusione dei lavori, saluti.
ABSTRACT
Tutti i diritti, tutte le conquiste sociali che hanno portato a un miglioramento delle condizioni di vita di minoranze o di gruppi privi di considerazione da parte di chi deteneva il monopolio del potere sono il frutto di lotte di emancipazione o di rivoluzioni. È raro che un diritto sia stato accordato dall’alto, per “gentile concessione” di chi godeva di privilegi. E non è un caso che quando si parla di “conquista di un diritto” si faccia ricorso alla parola “emancipazione”, termine che deriva dal latino mancipium, composto di manus e capĕre (prendere), usato anche nel senso di schiavo. Emanciparsi significa dunque liberarsi da uno stato di soggezione, di dipendenza o di inferiorità.
Nell’immaginario collettivo, le più famose lotte per la conquista dei diritti civili portate avanti da gruppi che ne sono stati privati per lungo tempo sono quelle delle donne, dei lavoratori, dei neri americani. In tutti questi casi la strada verso la piena emancipazione è stata lunga e tortuosa, non priva di episodi drammatici, e gli strumenti più utilizzati per pervenire a risultati concreti sono stati gli scioperi, le dimostrazioni di piazza, la disobbedienza civile e, quando possibile, gli strumenti politici a cui era possibile fare ricorso.
Anche i minori sono stati oggetto di sfruttamento, maltrattamento e, in senso ampio, discriminazione. Per secoli ai bambini e alle bambine sono stati negati condizioni di vita decorose, garanzia di poter beneficiare di protezione da soprusi e maltrattamenti, possibilità di poter aspirare a un futuro dignitoso.
La battaglia per il riconoscimento dei diritti dell’infanzia costituisce tuttavia un caso completamente diverso rispetto a quelli elencati sopra. Ciò è vero per almeno due motivi:
- l’impossibilità, dovuta alla natura stessa di chi avrebbe voluto rivendicare un miglioramento delle proprie condizioni, di organizzare movimenti di lotta;
- il fatto che, mentre nei tre casi citati le controparti erano chiaramente definite (gli uomini nel caso delle donne, i padroni di fabbriche o miniere nel caso dei lavoratori, i “bianchi” nel caso degli afroamericani), a determinare le condizioni di sfruttamento e di disagio dei fanciulli erano gli adulti nel loro complesso, genitori compresi.
Per noi è difficile prendere in considerazione l’idea che gli adulti potessero essere in qualche modo ostili ai bambini e alle bambine; che le madri e i padri non abbiano da sempre avuto a cuore la sorte dei loro figli e delle loro figlie. Non si tratta, evidentemente, di semplificare il fenomeno imputandolo a una supposta mancanza di amore, quanto piuttosto di un approccio culturale e antropologico indotto da circostanze storiche e sociali che determinavano un quadro di valori di riferimento assai diverso da quello che conosciamo.
Scrive Maria Bottaro: “La vita dell'infanzia non ha avuto per lungo tempo alcun significato per il mondo degli adulti il minore è stato a lungo percepito come un essere che diviene persona-soggetto di diritti solo dopo essere stato educato e plasmato. […] Per secoli, dunque, […] il bambino è stato visto non come un cittadino-portatore di diritti ed autentica ricchezza da sviluppare, ma come una “cosa” che deve essere plasmata e costituisce un potenziale pericolo per la società”.
Questo insieme di circostanze ha fatto sì che i diritti dell’infanzia sanciti oggi in tutte le costituzioni del Mondo e nelle convenzioni internazionali siano il frutto di una presa di coscienza maturata lentamente e a fatica da parte degli adulti piuttosto che il risultato di una lotta condotta sul campo da una classe sociale a lungo tempo bistrattata. In buona sostanza, i diritti dei bambini e delle bambine non sono stati conquistati ma concessi e – occorre sottolinearlo – non ancora riconosciuti, nei fatti, ovunque e da tutti.
Evento:
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Data:Venerdì 11 Aprile 2025
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Ore:08.30
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Luogo:Asilo Ciani
Viale Carlo Cattaneo 5
6900 Lugano
Prezzo biglietto:
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EntrataRiservata agli studenti