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Massimo Chiaruttini

Massimo Chiaruttini si è diplomato presso la Magistrale di Locarno come insegnante di scuola elementare nel 1978, ha frequentato l'Università degli Studi di Pavia, laureandosi in lettere moderne con indirizzo storico - tesi di storia moderna. Ha insegnato storia in alcuni istituti di scuola media e medio-superiore del Cantone Ticino e, dal 2008 al 2023, al liceo Cantonale di Lugano 1. Dalla fondazione, nel 2003, è membro di comitato dell'Associazione Ticinese degli Insegnanti diStoria (ATIS). Ha pubblicato Il clero della Svizzera Italiana tra rivoluzione ereazione (1798-1799), in «Archivio Storico Ticinese» n. 126 (Bellinzona 1999), e Il fascismo di Lidia, piccola italiana svizzera, in «Le cartable de Clio- Revue romande et tessinoise sur la didactique de l'histoire» n. 3 (Lausanne2003).

ECHI VA A SCUOLA - Marginalità e diritti dell'infanzia in età contemporanea. La voce delle fonti primarie

11 Apr, 2025 —  08.30 —  Asilo Ciani
Viale Carlo Cattaneo 5
6900 Lugano
11 Aprile, 2025 —  08.30
Per lungo tempo, l’infanzia è stata considerata priva di valore autonomo e i bambini non erano visti come portatori di diritti, ma come esseri da plasmare per diventare cittadini. Questa visione, determinata da fattori storici e sociali, ha portato a un atteggiamento spesso ostile o indifferente degli adulti nei confronti dei minori. I diritti dell’infanzia, oggi riconosciuti, sono il risultato di una lenta presa di coscienza da parte della società e non di una conquista diretta dei bambini stessi. Tuttavia, essi non sono ancora pienamente garantiti ovunque.

Tra Africa ed Europa. L’eredità della Storia nella storia di un uomo

12 Apr, 2025 —  20.30 —  Asilo Ciani
Viale Carlo Cattaneo 5
6900 Lugano
12 Aprile, 2025 —  20.30
“La vera cultura è mettere radici nel più profondo della terra natìa ma è anche sradicarsi, cioè aprirsi alla pioggia e al sole, ai fecondi rapporti delle civiltà straniere”. Così scriveva nel 1980 il primo presidente del Senegal e poeta Léopold Sédar Senghor. Lo scrittore senegalese Pap Khouma, italiano d’azione, autore di opere letterarie e teatrali, giornalista e direttore di una rivista online di letteratura, con alle spalle una difficile esperienza di immigrato clandestino in Italia, ci aiuta a interpretare il senso delle parole di Senghor, allargando lo sguardo ai rapporti odierni tra l’Africa e l’Occidente e indagando sull’eredità culturale di una tradizione storiografica che ha sempre interpretato la storia del continente africano come accessoria alla “più grande” storia europea.

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