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Echi di storia

Tutti gli eventi

Dal 10 al 13 aprile 2025, il festival "Echi di Storia", organizzato dall'associazione ticinese degli insegnanti di storia, vuole creare una cittadella della cultura a Lugano.
08:30
10 Aprile 2025
Laboratorio destinato alle classi di scuola media del Canton Ticino
Asilo Ciani
Viale Carlo Cattaneo 5
6900 Lugano

Marzio Bernasconi

Leonardo Marchetti

ECHI VA A SCUOLA - La marginalità oggi. Percorsi sulla schiavitù e sulla tratta di esseri umani in età contemporanea


08.30. Ritrovo in aula grande e saluti iniziali. Spostamento nelle aule dei laboratori. 08.40. Inizio dei lavori (presentazione del tema, lezione frontale, slide etc.). 09.40. Pausa caffè. 09.55. Ripresa dei lavori. Laboratorio vero e proprio. 11.00. Conclusione del laboratorio e presentazioni eventuali. Riflessioni e commenti, domande. 11.20-11.30. Conclusione dei lavori, saluti.

08.30
10 Aprile 2025
Workshop per insegnanti
Asilo Ciani
Viale Carlo Cattaneo 5
6900 Lugano

Andrea Savio

ECHI VA A SCUOLA - Anelito di libertà. Lettere di schiavi ai propri familiari nel '500


Il laboratorio intende partire dal presente per decostruire il tema della schiavitù mediterranea e contestualizzare sinteticamente il contesto del ’500. L’attività sarà strutturata in gruppi, tale da essere riproducibile facilmente anche in classe. Per cercare di rispondere alle esigenze delle studentesse e degli studenti si affronterà la tematica con un approccio di storia culturale e sociale, utilizzando documentazione prodotta dagli stessi schiavi.

17:30
10 Aprile 2025
Asilo Ciani
Viale Carlo Cattaneo 5
6900 Lugano

Marina Carobbio Guscetti

Roberto Badaracco

Apertura ufficiale del Festival #25


Discorsi delle autorità e aperitivo alla presenza dell'On. Marina Carobbio Guscetti, Consigliera di Stato, direttrice del Dipartimento dell’Educazione, della Cultura e dello Sport e dell'On. Roberto Badaracco, Vicesindaco e responsabile del Dicastero cultura, sport ed eventi della Città di Lugano. A seguire, premiazione dei migliori Lavori di maturità di storia (A.S. 2024 - 2025)

18.30
10 Aprile 2025
Asilo Ciani
Viale Carlo Cattaneo 5
6900 Lugano

Carlo Greppi

Storie ai margini: perchè dobbiamo umanizzare la storia

Enrico Bianda (RSI)


Si potrebbe partire con le parole di Marc Bloch, che scriveva “Quale storico non ha sognato di poter, come Ulisse, nutrire le ombre col sangue per interrogarle?” Marc Bloch poneva, come Carlo Greppi nel suo “storie che non fanno la Storia” (Laterza, 2024), la questione del rapporto con le fonti, con la posizione dello storico e con la necessità di – o auspico – di fare della Storia un grande racconto popolare. Carlo Greppi, nel dialogare con Enrico Bianda, evocherà ed approfondirà alcuni grandi temi che investono il ruolo della storia, come disciplina e come funzione sociale e culturale, e dello storico, come mestiere e come ruolo sociale e culturale. Dalla funzione dell’io nella scrittura, ai rischi nello scegliere storie discoste dalla grande Storia, dall’uso della storia (come potenziale dispositivo di oppressione) al laboratorio dello storico passando per la neutralità (fallace) delle fonti, Carlo Greppi, nel suo saggio, sonda e prova a risolvere, mettendosi sempre in gioco, le grandi sfide che la Storia oggi pone, partendo dalla scelta di campo di raccontare storie minori, singolari, per prendersi cura del presente, e del futuro. Enrico Bianda, giornalista, è responsabile dei programmi giornalistici della Rete Due della RSI. Per 15 anni ha insegnato giornalismo all’Università di Firenze.

20.30
10 Aprile 2025
Asilo Ciani
Viale Carlo Cattaneo 5
6900 Lugano

Tomaso Montanari

Leonardo Marchetti

Poveri cristi: riflessioni sull’iconografia della povertà nella storia dell’arte moderna


Tomaso Montanari ci insegna che l’arte non è mai neutra:  nell’iconografia della povertà, spesso, i poveri cristi sono stati sublimati o addomesticati per lo sguardo dei potenti. Ma chi decide come rappresentare la miseria? Nei capolavori dell’arte moderna, la povertà oscilla tra compassione e stigmatizzazione, tra denuncia e ornamento. Guardare oggi queste immagini significa chiederci: l’arte ha dato voce ai poveri o li ha resi semplicemente spettacolo?